mercoledì 22 aprile 2009

Handel è arrabbiato


Handel portava una enorme parrucca bianca e quando tutto andava bene nell'esecuzione di un oratorio, la faceva oscillare, quasi vibrare: questo significava che era contento e soddisfatto. Se coiò non accadeva, gli osservatori più vicini ne potevano dedurre che non era di buon umore. Alla fine di un'aria egli gridava "Coro!" con una potenza impressionante, e, se alle prove degli oratori il principe e la principessa di galles giungevano in ritardo, il suo nervosismo diventava terribile. Tuttavia le Altezze Reali lo consideravano con tanto rispetto che ammettevano che Handel aveva ragione e il principe fu udito affermare: "Davvero è crudele avere tenuto questi poveretti (e voleva dire esecutori) lontani dalle loro lezioni e dalle loro occupazioni per più tempo del necessario".Ma se le dame di Corte o altre spettatrici parlavano durante le esecuzioni, c'era da temere che il nostro novello Timoteo non solo imprecasse, ma coprisse di ingiurie chi stava disturbando: allora la principessa di Galles, con la sua abituale dolcezza e benignità, era solita dire:"Silenzio! Silenzio! Handel è arrabbiato!".

Ricordando Handel a 250 anni della sua morte


Handel visse un po' più a lungo di Bach, allora meno famoso di lui: arrivò a 74 anni quando si spense, il 14 aprile 1759. Handel era stato vittima di uno "svenimento" mortale l’8 aprile 1759, durante un'esecuzione del suo MESSIA. Urgentemente portato a casa, morì senza più alzarsi dal letto. Handel indiscutibilmente cosciente durante questo suo ultimo malessere e sol ote giorni prima della sua dipartita incrementò il suo testamento con una appendice, fornendo le istruzioni per essere sepolto nell'Abbazia di Westminster. Ancor oggi è tumulato lì, dove una sua statua tiene in mano un’aria del MESSIAH.Handel era un uomo forte, ma più volubile di Bach. Aveva energie illimitate, era capriccioso e golosissimo di cibo e bevande; era anche un grande fumatore di pipa.Nell'età adulta era un uomo alto e corpulento, con una faccia carnosa e una sorprendente energia da dedicare all’attività lavorativa, sebbene questa operosità fosse a volte bloccata da alcuni periodi di forte depressione. Queste caratteristiche fisiche, e questa propensione di Handel per il cibo, furono caricaturate da Joseph Goupy, un suo amico, presentandolo come un maiale che suona il cembalo in una vignetta intitolata "L'incantevole bruto". Questa sparata non venne apprezzata da Handel, che immediatamente cancellò l’amico Goupy dal suo testamento. Handel era un uomo d'affari estremamente fantasioso ed energico, e la sua musica teneva conto anche delle ragioni apertamente commerciali, oltre che perseguire obiettivi artistici fini a se stessi.Handel iniziò ad ammalarsi nel pieno della maturità: nel 1737 infatti iniziò un deterioramento sia della salute che dell'intelligenza: a poco a poco l’arto destro divenne inutilizzabile: si andò a curare nelle acque a Tunbridge Welles, luogo in cui la paralisi della spalla e i reumatismi che lo affliggevano scomparvero. Nel 1734, ci fu un altro periodo in cui la salute era minata: il suo amico Horace Walpole scrisse che non riusciva a comporre per via della paralisi che lo aveva colpito alla testa ed alla parola. Il tutto era accompagnato da una febbre molto alta. Le energie interiori di Handel ribaltarono la situazione: superata anche questa crisi, Handel sembrò riprendersi, senza che la malattia lasciasse traccia: malgrado questi dati oggi non riusciamo a definire esattamente che tipo di malattia potesse avere Handel.Uno dei più grandi pesi che dovette affrontare Handel fu la cecità: era un problema insidioso e irreversibile. Il 1743 segna il momento in cui la cataratta di Handel si aggravò tantissimo, quasi a renderlo completamente cieco. A un'esecuzione pubblica dell'oratorio SAMSON, quando il tenore John Beard cantò: “Eclisse totale! Niente sole, niente luna, tutto buio nello splendore del mezzogiorno” il pubblico, colpito alla vista del compositore cieco, si commosse fino alle lacrime: una prova significativa dell'affetto che la gente provava per quest'uomo umano e terreno. Non solo: la contessa di Shafthesbury, in una lettera datata 13 Marzo 1753, mostra tutta la delicata apprensione che nutre verso il suo amico Handel: “La malinconia e la tristezza mi spingono fin quasi alle lagrime. Ho visto il grande ed infelice Handel abbattuto, vinto, seduto in un angolo buio, senza poter suonare il clavicembalo”: è chiaro che la contessa deve aver visto Handel in uno dei momenti di depressione che colpivano il Caro Sassone: è l’avvenimento più nefasto nella vita di Handel poiché l’impotenza per un’oscurità che non può dominare, lo corrode da dentro.. La lettera che la contessa scrisse al suo amico John Harris, è una descrizione di come Handel apparisse a 68 anni, stanco, avvilito, probabilmente in un angolo della sua casa a Brook Street. Agli inizi del 1753 un giornale londinese aveva riportato la notizia che Handel “ha quasi perduto completamente la vista”: secondo la diagnosi del chirurgo oculista William Sharp al Guy’s Hospital: è glaucoma. William Sharp sin dal lontano 1733, aveva tentato una prima operazione all’occhio sinistro di Handel: ma contro la “gutta serena”, l’abilità del chirurgo è impotente: l’operazione non finisce bene, e dopo le prime medicazioni, il chirurgo, con un umorismo nero, disse ad Handel scherzando che avrebbe potuto sempre cercare di suonare insieme a John Stanley.La risposta di Handel fu ferma e secca: “Se un cieco cammina assieme ad un altro cieco, essi non possono che finire entrambi dentro la Manica”. John Stanley, conosciuto organista delle chiese londinesi, aveva perso la vista sina dall’età di due anni.Mainwaring scrive: “Questo evento lo fece affondare per qualche tempo nella più nera disperazione; non riuscì darsi pace prima di sottoporsi ad alcune operazioni, che risultarono inutili e molto dolorose; Handel si convinse di non potercela fare da solo, ed andò a chiamare Mr. Smith per domandargli di suonare al suo posto, assistendolo pure nella direzione degli oratori”.Questa malattia portò Handel a variare il suo comportamento, rendendolo più insipido, irascibile ed acido, senza tutto questo però inficiare la sua intenzione di dirigere, suonare e comporre.