"Allora provai a dimostrargli che credeva di essere sapiente, ma non lo era. Così diventai odioso a lui e a molti dei presenti. allontanandomi, ragionai tra me stesso: di costui sono più sapiente; forse nessuno di noi due sa nulla di bello e di buono, ma costui crede di sapere qualcosa e non sa, mentre io no so e non credo neppure di sapere. Pare dunque che almeno in questa piccola cosa io sia più sapiente di lui: ciò che non so, non credo neppure di saperlo."
(da Platone, Apologia di Socrate)
Il principio che guida Socrate nella ricerca della verità è la coscienza della propria ignoranza, la consapevolezza che il più grande sapere è il "sapere di non sapere". Dalla coscienza di non sapere nasce la necessità di interrogare coloro che dichiarano di sapere. l'intento da cui è mosso è di far giungere anche coloro che hanno fama di essere sapienti alla verità del non sapere. Chi crede di sapere non è nella disposizione di aprirsi e cercare. invece colui che giunge, dopo un percorso difficile e faticoso, alla consapevolezza di non sapere, entra in uno stato di irrequietezza profonda che lo sprona alla ricerca instancabile della verità.
riflessione da un semplice manuale di filosofia
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