martedì 27 aprile 2010
domenica 11 aprile 2010
Ricordi
Al Coro “Florilegium Vocis”
Albania 2007
Cattedrali di civiltà
Le buie onde della notte traghettata
preludono l’altalena di un festival oltremare.
L’alba di palazzi nuvolosi
risuona di polvere mendicante
fuori dal porto.
Il sentiero per gli alloggi
percorre vie sterrate
che attendono asfalto.
Stanze d’albergo essenziale
discutono di igiene e progresso
su corridoi smagnetizzati.
A tavola minestre spezziate
osservano ugole nervose
al respiro di fumo perpetuo.
Uomini magri agli incroci di strade
guardano il passare del tempo incurante
sul tragitto dei concerti.
Cantare inni secolari
purifica gli animi di stranieri invidiati
in acque balcaniche.
Lasciando terra incompiuta
torno a vivere la mia sponda
stendendo panni ripuliti
su fili di benessere.
Ricordando applausi e sacre nenie
bacio l’effigie di San Nicola
e recupero il profumo dei fiori
in cattedrali di civiltà.
Antonio de Michele (Bari, 11 maggio 2007)
mercoledì 7 aprile 2010
Gli occhi di chi ama
Meraviglia
IL BUON GIORNO
Chissà prima d'amarmi che facesti
tu?... ed io.?... Ci nutrivamo sonnolenti
di nostri giochi selvatici, agresti?
Forse nell'antro dei sette dormienti
s'udiva il nostro respiro? Ma questi
questi sono fantastici argomenti:
e ogni bellezza voluttuosa che
io abbia vista, ho sognato di te prima.
anime nostre che non si perdonano
estranee viste! Voi formate in quanti
luoghi sostiate una stanza gelosa,
la ferma protezione degli incanti.
E tu lascia alle vele, oh sí, abbandona
altrui di molti mondi la scoperta!
Traspare in te il mio viso e il molle sguardo
si riflette dai nostri cuori accesi.
Due piú dolci emisferi andrem cercando
di questi, senza Est né nevi? Leggi
sue, fisse ebbe ogni corpo concreato:
se i nostri amori son uno, la sorte
a noi non serba scadimento, morte.
Omaggio ad Alda
Lettere
Rivedo le tue lettere d’amore
Illuminata adesso da un distacco
Senza quasi rancore
L’illusione era forte a sostenerci
Ci reggevamo entrambi negli abbracci
Pregando che durassero gli intenti.
Ci promettevamo il sempre degli amanti
Certi nei nostri spiriti […]
E hai potuto lasciarmi
E hai potuto intuire un’altra luce
Che seguitasse dopo le mie spalle
Mi hai suscitato dalle scarse origini
Con richiami di musica divina
Mi hai resa divergenza di dolore
Spazio per la tua vita di ricerca
Per abitarmi il tempo di un errore
E m’hai lasciato solo le tue lettere
Onde io ribevessi la mia assenza (sospiro)
Vorrei un figlio da te
Che sia una spada lucente
Come un grido d’alta grazia
Che sia pietra
Che sia novello Adamo
Lievito del mio sangue
E che risolva più dolcemente
Questa nostra sete
Ah se t’amo!
Lo grido ad ogni vento
Già mando fiori da ogni stanco ramo
E fiorita son tutta
E di ogni vena vo scerpando il mio lutto
Perché genesi sei della mia carne
Ma il mio cuore è trafitto dall’amore
Ha desiderio di mondarsi in vivo
E perciò dammi un figlio delicato
Un bellissimo vergine viticcio
Da allacciare al mio tronco
E tu possente padre
Tu olmo ricco d’ogni forza antica
Metterai dolci ombre alle mie luci
Alda MERINI