domenica 4 ottobre 2009
mercoledì 22 aprile 2009
Handel è arrabbiato
Ricordando Handel a 250 anni della sua morte
lunedì 23 marzo 2009
Cisternino 2009
mercoledì 4 marzo 2009
I dimenticati (quasi)
Svolse la maggior parte della sua carriera a Roma. Le fonti storiche suggeriscono che visitò la città per la prima volta nel 1537, anno in cui risulta nel registro dei coristi della basilica di Santa Maria Maggiore. Studiò con Robin Mallapert e Firmin Lebel.
Per sua sfortuna, un papa successivo, Paolo IV, costrinse alle dimissioni tutti i cantori sposati o che avessero composto opere di musica profana, e Palestrina rientrava in tutte e due le categorie. Dovette dunque abbandonare il Vaticano, ma ottenne immediatamente la direzione musicale di San Giovanni in Laterano (dal 1555) e, successivamente, della Basilica di Santa Maria Maggiore (dal 1561). Rientrò a San Pietro nel 1571.
Nel 1580, alla morte della amata moglie, Lucrezia Gori, ebbe un momento di crisi mistica, chiese e ottenne di prendere i voti. La sua vocazione sfumò comunque presto, perché poco dopo sposò una ricca vedova romana, Virginia Dormoli.
Palestrina fu uno dei pochi e fortunati musicisti della sua epoca a vantare una brillante carriera pubblica. La sua fama venne riconosciuta universalmente dai colleghi del tempo, ed i suoi servigi furono richiesti da diversi dei potenti d'Europa.
Alla sua morte, avvenuta nel 1594, Palestrina venne inumato nella Basilica di San Pietro durante una cerimonia funebre a cui partecipò una gran folla di musicisti e di persone comuni.
Considerazioni sull'artista
Fu un uomo volitivo, ma con forti impulsi che lo portarono a scelte improvvise ed inaspettate, come le seconde nozze, celebrate dopo aver ricevuto gli ordini religiosi minori. Compositore prolifico, pubblicò molto in vita e le sue opere non conobbero mai l'oblio, ma vennero sempre apprezzate come capolavori della Polifonia.
La sua produzione
Il corpus musicale palestriniano fu scritto prevalentemente a Roma e per Roma soltanto, ad uso principalmente liturgico: per la Messa e l'Ufficio. Una buona parte della sua produzione viene fatta risalire al periodo del suo ultimo incarico nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
L'organico Vocale della cappella vaticana era al tempo più vasto di quello di altre chiese (nel 1594 era composto in tutto da 24 cantori), ma non si adottò l'uso di strumenti, fatta eccezione per l'organo.
Il linguaggio polifonico di Palestrina non si discosta tanto dalla maniera tradizionale dei maestri franco fiamminghi (nordici furono i suoi primi maestri a Roma).
L'arte contrappuntistica di Palestrina si sviluppa soprattutto in direzione dell'intelligibilità delle parole e di una sonorità ordinata in maniera da evitare l'enunciazione simultanea di testi diversi.
Per quanto riguarda l'andamento delle linee melodiche, è evidente l'influsso del canto gregoriano. In questo senso, si può dire che il compositore applica le regole del Concilio di Trento.
Nella grande mole dei mottetti palestriniani spicca tra tutti, per la sua intensa espressività, l'intonazione del salmo 137 Super Flumina Babylonis.
Tra i compositori della cerchia romana che colsero il rigorismo tecnico del contrappunto di Palestrina vanno ricordati il suo discepolo Giovanni Maria Nanino (1543-1607), Francesco Soriano (1548-1621) e Felice Anerio (1560-1614). Per l'alta qualità della sua produzione spicca tra tutti lo spagnolo castigliano Tomás Luis de Victoria (1548-1611).
martedì 3 marzo 2009
Robert Schumann - Regole di vita musicale (1845)
2. Ottima cosa e' quella di suonare spesso e diligentemente le scale e gli studi di meccanismo. Ci sono molti individui che credono di poter ottenere il massimo risultato utile, col dedicare sempre e sino alla piu' tarda eta' molte ore della giornata agli esercizi puramente meccanici delle dita. Cosi facendo e' come recitare giornalmente l'alfabeto con sempre crescente rapidita'. Impiegate il vostro tempo in modo migliore.
3. Si sono inventate delle tastiere mute; provatele per qualche tempo per convincervi che nulla valgono. I muti non possono insegnare a parlare.
4. Suonate a tempo! L'esecuzione di certuni artisti rassomiglia all'andatura di un ubriaco. Guardatevi di prendere a modello costoro.
5. Studiate per tempo le leggi fondamentali dell'armonia.
6. Non vi sgomentate dei vocaboli: teoria, partimenti, contrappunto ed altri simili; con un poco di buona volonta' essi vi diverranno presto famigliari.
7. Guardatevi dal suonare con trascuratezza! Eseguite ogni pezzo con accuratezza, ne' mai troncatelo a meta'.
8. Il suonare troppo in fretta o troppo lento, sono difetti grandi al pari.
9. Procurate di suonare bene e con espressione i pezzi facili; cio' sara' assai meglio, che eseguire mediocremente delle composizioni difficili.
10. Abbiate cura che il vostro pianoforte sia sempre perfettamente accordato.
11. Bisogna che sappiate non solo suonare i vostri pezzi, ma che siate anche capaci di solfeggiarli senza pianoforte. Coltivate la vostra immaginazione al punto di ritenere a memoria tanto l'armonia data ad una melodia, quanto la melodia stessa.
12. Sforzatevi, anche se avete poca voce, di cantare a prima vista, senza 1'aiuto di uno strumento. Con cio' perfezionerete il vostro orecchio Se poi avete la fortuna di possedere una bella voce, non trascurate di coltivarla, e consideratela come il dono piu' prezioso elargitovi dal cielo.
13. Cercate di essere capaci di leggere qualunque musica e di comprenderla a prima vista.
14. Quando suonate non ponete mente a chi sta ad ascoltarvi.
15. Suonate sempre come se foste in presenza di un maestro.
16. Se qualcuno vi presenta una composizione per farvela eseguire a prima vista, prima di suonarla leggetela interamente cogli occhi.
17. Quando avete terminato il vostro studio musicale quotidiano e vi sentite affaticato, non continuate a studiare. Val meglio riposarsi, anziche' lavorare svogliati e con la mente stanca.
18. Quando siete giunti all'eta' matura, non suonate le composizioncine di moda della giornata. Il tempo e' prezioso: bisognerebbe poter vivere centinaia di vite umane, per conoscere solamente tutte le buone composizioni che esistono.
19. I fanciulli allevati con dolci, paste e leccornie, non saranno mai uomini sani. Il cibo dello spirito, al pari di quello del corpo, deve essere semplice e nutritivo. I grandi maestri vi hanno largamente provveduto: tenetevi alle loro opere.
20. Le composizioni virtuosistiche escono presto di moda. L'agilita' non ha pregio che allorquando serve a rendere piu' perfetta l'esecuzione dei lavori musicali di merito reale.
21. Evitate di contribuire alla diffusione della musica cattiva; cercate anzi di sopprimerla con tutte le vostre forze.
22 Non dovete suonare mai le cattive composizioni, e non state neppure ad ascoltarle, se non siete a cio' obbligato.
23. Non ricercate quella brillante esecuzione che si chiama bravura. Procurate piuttosto di fare impressione riproducendo l'idea che il compositore aveva in mente di esprimere, e null'altro; il volere di piu' e' ridicolo.
24. Considerate come cosa abominevole e mostruosa quella di praticare il benche' minimo cambiamento nelle opere di buoni maestri, l'omettervi qualche parte, o l'aggiungervi del nuovo. Cio' sarebbe la massima ingiuria che possiate fare all'arte.
25. Riguardo alla scelta dei pezzi da studiare, rivolgetevi al parere di persone piu' esperte di voi; cosi' facendo eviterete una perdita di tempo prezioso.
26. Applicatevi a studiare a poco a poco i capolavori dei piu' celebri maestri.
27. Non lasciatevi sedurre dagli applausi che ottengono dalla moltitudine i grandi concertisti; al plauso della folla preferite sempre gli elogi degli artisti.
28. Tutta la musica di pura moda ha vita corta, e se voi persisterete a coltivarla passerete per uno sciocco, che nessuno stima.
29. Il suonar molto nelle societa' e' piu' dannoso che utile. Farete bene a tener conto dell'intelligenza e del gusto del vostro uditorio, astenetevi pero' sempre di suonare delle cose di cui avreste voi stesso a vergognarvi.
30. Non lasciatevi sfuggire l'occasione di eseguire della musica assieme ad altre persone, come per esempio in duetti, terzetti, ecc. Questo esercizio rendera' la vostra esecuzione scorrevole e le dara' slancio e colorito. Accompagnate pure spesso i cantanti.
31. Se tutti volessero suonare la parte di primo violino, non si potrebbe mai mettere insieme un'orchestra. Rispettate per tanto ogni musicista in qualunque posto stia.
32. Amate il vostro strumento, ma non lo considerate con vanita', come unico o come superiore a tutti gli altri. Pensate, che ve ne sono degli altri ed ugualmente belli. Pensate anche, che ci esistono i cantanti, e che cio' che vi e' di piu' sublime nella musica viene espresso col coro e coll'orchestra.
33. Progredendo nell'arte, cercate di famigliarizzarvi piu' colle partiture che con gli artisti.
34. Suonate diligentemente le fughe dei buoni maestri, prima di tutte quelle di Bach. Il Clavicembalo ben temperato sia il vostro pane quotidiano. Allora diverrete di sicuro un valentissimo musicista.
35. Fra i vostri compagni prediligete sempre quelli che ne sanno piu' di voi.
36. Ricreate la severita' dei vostri studi musicali colla diligente lettura dei buoni poeti. Passeggiate altresi' spesso all'aperto.
37. Molto si puo' imparare dai cantanti, pure non bisogna credere loro in tutto.
38. Pensate che non siete unico nel mondo. Siate modesto! Voi non avete forse pensato ed inventato cosa, che altri prima di voi non abbia di gia' pensato ed inventato. E se cio' vi accadesse di fare realmente, consideratelo come un dono del cielo, che dovete dividere con gli altri.
39. Voi guarirete presto da ogni vanita' e presunzione, se studierete la storia della musica e se andrete ad udire i capolavori delle sue diverse epoche.
40. Un bellissimo ed utile libro sulla musica, e' quello di Thibaut (1772-1840), dal titolo: Sulla purezza dell'arte dei suoni. Leggetelo spesso quando giungerete all'eta' matura.
41. Se passando innanzi a una chiesa sentite suonare 1'organo, entrate ad ascoltarlo. Se avete poi il bene di poter sedere voi stesso innanzi a questo strumento, provatene la tastiera e rimarrete stupito della sorprendente forza della musica, prodotta dalle vostre piccole dita.
42. Non trascurate alcuna occasione d'esercitarvi sull'organo; non v'ha strumento che piu' efficacemente di quello palesi il suonare scorretto dell'esecutore e il cattivo stile del compositore.
43. Non rifiutate mai di cantare nei cori, e particolarmente nelle parti medie. Questa pratica contribuira' a rendervi buon musicista.
44. Cosa vuol dire avere il sentimento musicale? Voi non l'avete se suonate il vostro pezzo da un capo all'altro con gran fatica, fissando con ansieta' le note scritte, oppure se nell'esecuzione vi fermate di botto, assolutamente incapace di proseguire, qualora per sbaglio vi voltino due pagine in una volta. Ma voi lo possedete indubitatamente codesto sentimento musicale, se suonando un pezzo che sia per voi affatto nuovo, indovinate approssimativamente quello che segue, oppure lo sapete a memoria, qualora il pezzo vi sia gia' noto; in una parola, se avete la musica non soltanto nelle dita, ma anche nella testa e nel cuore.
45 Ma come si acquista questo sentimento musicale? Questo, o mio caro ragazzo, e', come tutte le altre cose, un dono del cielo. Esso consiste principalmente in un orecchio fine ed in una rapida facolta' di percezione. Tali felici disposizioni possono essere coltivate e perfezionate; non pero' se vi rinchiuderete solitariamente nella vostra stanza, dedicandovi solamente a studi meccanici; ma bensi' le raggiungerete mantenendovi in vivo e multiforme esercizio, musicale, e nominatamente col coro e coll'orchestra.
46. Mettetevi per tempo al fatto dell'estensione della voce umana nelle sue quattro modificazioni principali. Studiatela particolarmente nei cori; esaminate in quali intervalli e' riposta la sua maggiore potenza, e in quali altri bisogna cercare gli effetti d'espressione tenera e delicata.
47. Ascoltate con attenzione tutti i canti popolari: essi costituiscono una ricca miniera delle piu' belle melodie, che vi danno un'idea del carattere delle differenti nazioni.
48. Applicatevi per tempo alla lettura delle chiavi antiche; diversamente molti tesori del tempo passato rimarranno sconosciuti per voi.
49. Penetrate per tempo nel tono e nel carattere dei vari strumenti; cercate di imprimervi i bene nell'orecchio il colorito di suono ch'e' loro proprio.
50. Non trascurate mai di sentire delle buone opere.
51. Onorate altamente l'antico, ma prendete anche caldo interesse per il moderno. Non abbiate alcuna prevenzione contro i nomi che non sono ancora celebri.
52. Non giudicate del merito d'una composizione dopo averla udita una sola volta; poiche' cio' che vi piace a tutta prima, non e' sempre il migliore. I maestri devono essere studiati. Molte cose non vi diverranno chiare, se non nell'eta' piu' matura.
53. Nel giudicare le composizioni, distinguete prima se sono lavori appartenenti all'arte vera, oppure se hanno solo lo scopo di divertire i dilettanti. Tenete in pregio le prime: ma tuttavia non andate in collera per le altre.
54. "Melodia" e' il grido di guerra dei dilettanti; ed e' certo che non e musica quella priva del tutto di melodia. Dovete pero' comprendere bene il significato che essi danno a questo vocabolo ; per i dilettanti vale solamente per le melodie di ritmo piacevole e facile a ritenersi. Ma ce ne sono anche delle altre e di genere ben diverso; se voi aprite le opere di Bach, di Mozart, di Beethoven, troverete che le loro melodie vi si presentano sotto mille variate maniere e credo che vi verranno presto a noia le meschine forme ritmiche delle melodie nelle opere italiane moderne.
55. Se voi comporrete delle piccole melodie stando al pianoforte, sara' certo una cosa molto bella; ma sara' di gran lunga migliore se queste vi si affacceranno alla mente senza il sussidio dello strumento; rallegratevi allora, perche' sara' segno che l'interno vostro sentimento musicale si risveglia le dita devono fare cio' che vuole la testa, e non viceversa.
56. Se cominciate a comporre, ideate dapprima tutto nella vostra testa. Non provate alcun componimento al pianoforte, se non quando lo avrete ben stabilito nella vostra mente. Se la musica proviene dal vostro intimo sentimento, e voi stesso ne siete commosso, allora essa fara' effetto anche sugli altri.
57. Se il cielo vi regalo' una vivace immaginazione, vi accadra' di sovente di sedere al pianoforte, nelle ore di solitudine come sotto l'influenza di una attrazione, provandovi di esprimere con delle armonie i sentimenti del vostro animo; e quanto piu' oscura vi sara' ancora la scienza armonica, tanto piu' magicamente vi sembrera' di essere quasi trascinato in circoli incantati. Queste sono le ore piu' felici della giovinezza. Guardatevi pero' dal darvi troppo di spesso alle produzioni di un talento che puo' indurvi a sprecare ugualmente tempo e forza, correndo dietro a dei fantasmi. Non giungerete a padroneggiare le forme della composizione, ed a esprimere chiaramente le ‘vostre idee, se non mettendo in iscritto i vostri concetti; percio' e' meglio scrivere che improvvisare.
58. Procurate di acquistare di buon'ora l'arte del dirigere; osservate sovente i migliori direttori, e provate di accompagnarli silenziosamente col vostro pensiero. Con cio' vi renderete piu' chiaro quello che udrete.
59. Cercate di acquistare abilita' nelle dita, e non trascurate mai anche lo studio delle altre arti e delle altre scienze, oltre la musica.
60. Le leggi della morale sono anche quelle dell'arte.
61. Colla diligenza e colla perseveranza progredirete sempre in meglio.
62. Da una libbra di ferro, che costa pochi centesimi, si possono ricavare molte migliaia di molle da orologio, il valore delle quali, in confronto a quello dell'origine, e' prodigioso. Adoperate pertanto coscienziosamente la libbra d'intelligenza che avete ricevuto da' Dio.
63. In arte, non si compie nulla di grande senza entusiasmo.
64. Lo scopo dell'arte non e' quello di procurare ricchezze. Cercate di divenire piu' valente che potete, il restante verra' da se'.
65. Lo spirito della composizione non vi riuscira' del tutto chiaro, se non quando comprenderete bene la sua forma.
66. Forse solo il genio puo' comprendere interamente un altro genio.
67. Taluno ha creduto che un perfetto musicista deve essere in grado di vedere nella propria mente, come se avesse innanzi a se' la partitura scritta, un pezzo orchestrale, anche complicato, dopo di averlo udito per la prima volta. Cio' sarebbe davvero il superlativo dell'intelletto musicale.
68. Lo studio e' senza fine
Il maestro di musica del Papa (parte II)
lunedì 2 marzo 2009
Il maestro di musica del Papa
lunedì 23 febbraio 2009
Insegnamenti dal passato
figurato" 1723)
mercoledì 11 febbraio 2009
Sapere di non sapere...questo è il problema!
martedì 10 febbraio 2009
Qualcosa di geniale
domenica 25 gennaio 2009
Parliamo di musica nella liturgia oggi
Vorrei iniziare il mio nuovo blog con le parole "musica liturgica", ovvero discutendo in questa sede di alcuni aspetti musicali che riguardano la condizione odierna della liturgia rispetto al passato e soprattutto rispetto a chi, come me, fa della musica il proprio lavoro e mestiere e chi, come me, è impegnato nella musica liturgica da decenni e crede ancora nella necessità di poter esprimere "a voce plena" la formazione dalla quale proviene, senza dover sopportare la sciatteria con la quale, a volte, noi musicisti di chiesa siamo costretti a contemplare. Tante volte ci siamo interrogati sul perché cantare nella liturgia; sul perché la solennità liturgica cantata, assume risonanza e profondità maggiore…la risposta è nella storia della liturgia, nella nostra storia. Il canto ha sempre espresso l’identità dell’uomo e di un popolo, nascendo dall’amplificazione della sua voce. Esprimersi con il canto, non è altro che parlare in un altro modo; ricoprire la parola di suono; una parola che è già musica nella sua natura, ma che la musica trasforma in completezza e perfezione. Tutto questo si giustifica in modo assoluto, quando la parola espressa è Parola di Dio. Quindi il canto nella liturgia riveste un ruolo importante perché “L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto”(cfr. art.4 Musica sacram - Istruzione del «Consilium» e della Sacra Congregazione dei Riti); sottolineando il ruolo centrale dell’assemblea che canta e partecipa “attivamente” alla liturgia. E’ importante però, capire anche il senso della partecipazione attiva che non è certamente solo quella spontanea e immediata del canto “Si educhino inoltre i fedeli a saper innalzare la loro mente a Dio attraverso la partecipazione interiore, mentre ascoltano ciò che i ministri o la «schola» cantano”(cfr. art.15 Musica sacram - Istruzione del «Consilium» e della Sacra Congregazione dei Riti). In conclusione è importante l’educazione dell’assemblea al canto liturgico, che non vive solo di spontaneità esterna, ma può esistere in un’assemblea che ascolta e prega interiormente; auguriamoci, quindi, di vivere il canto del nostro cuore, che loda a Dio più delle nostre labbra. “Ascoltiamo e cantiamo, e la gioia che proviamo all’udire le parole del salmo è già un cantico al nostro Dio. Non cantiamo infatti solamente quando con la voce e le labbra pronunziamo il cantico; anche all’interno sono rivolti gli orecchi di Qualcuno. Cantiamo con la voce per animare noi stessi: cantiamo col cuore per piacere a Lui”(cfr. S.Agostino Enarr.in Ps.147,5.)